SANT’ISIDORO- Lavori non in regola e in barba alle leggi di tutela delle aree protette: per questi motivi, finisce sotto sequestro il bacino di Sant’Isidoro, sul litorale di Nardò, dopo un dragaggio effettuato nei giorni scorsi.
Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno eseguito il sequestro preventivo nel primo pomeriggio di lunedì. Denunciato C.A., 48 anni, di Copertino, amministratore unico della Jolly Mare srl, la società che ha in concessione l’area di proprietà del Demanio.
L’inchiesta è nata dopo un sopralluogo degli agenti del Nucleo ispettivo. Secondo gi investigatori, tutti i lavori sono stati eseguiti in assenza di titoli urbanistico-edilizi e paesaggistici. Una mancanza non da poco, visto che l’area è sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico, ricade nella fascia dell’area marina protetta di Porto Cesareo ed è iscritta al Catasto delle grotte della Puglia, con il nome di “Risorgiva Jolly mare”.
I reati ipotizzati nel fascicolo d’indagine, in mano al pm Elsa Valeria Mignone, vanno dal deturpamento di bellezze naturali alla violazione della legge quadro sulle aree protette e del Codice dei beni culturali, dall’intervento abusivo realizzato su suolo di proprietà pubblica al deposito incontrollato di rifiuti, fino all’occupazione abusiva di aree demaniali.
Materiale inerte è stato apportato lungo gli argini del bacino, dal cui interno sono stati invece asportati 43 manufatti in cemento costituenti una volta un unico canale interno. Poi, è stato demolito un ponte in calcestruzzo e il materiale di risulta è stato posato su una spianata. All’interno del cantiere, sono stati ritrovati rifiuti di vario genere, una parte dei quali probabilmente frutto del dragaggio dal fondale. Sotto chiave è finita un’area di 26mila metri quadrati, coincidente con l’intero bacino, oltre alle aree su cui sono stati stoccati gli inerti.
